Accertamento, prove da allegare “l’efficacia della Banca Dati Unica”
La Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 15348/2016 pubblicata il 27 Luglio 2016 afferma il principio secondo cui è illegittimo l’accertamento tributario che rinvia ad indagini di mercato ed annunci pubblicitari senza che tali elementi siano adeguatamente riscritti nella motivazione ovvero che siano allegati.
Il fatto: “l’Agenzia delle Entrate recuperava a tassazione una plusvalenza in capo ad un contribuente sul presupposto che la stessa fosse conseguente alla cessione di una licenza di taxi. Dalla motivazione dell’avviso di accertamento emergeva che la quantificazione del maggior imponibile era fondata su asserite rivelazioni di mercato ed annunci pubblicitari oltre che a dati reperiti presso le associazioni di categoria. Il provvedimento veniva impugnato dinanzi al giudice tributario lamentando la violazione dell’art.7 dello Statuto del contribuente, per mancata allegazione degli atti richiamati. I giudici di merito respingevano il gravame ritenendo attendibile la ricostruzione operata dall’ufficio e quindi legittimamente utilizzabili i dati, anche non allegati, richiamati genericamente nell’accertamento”
La Corte ha annullato l’avviso di accertamento perché ritenuto carente di motivazione, infatti il contribuente ed il giudice, in sede di eventuale sindacato giurisdizionale, devono essere posti nella condizione di individuare i punti specifici di dove si trovano le parti a supporto della quantificazione del maggior imponibile indicata nella motivazione del provvedimento.
Ne consegue così che l’omessa allegazione degli elementi essenziali impedisce di esaminare il merito della pretesa fiscale, escludendo peraltro che il giudice adito possa sostituire la propria valutazione a quella dell’Amministrazione in ordine alla sussistenza del presupposto impositivo.
Secondo il principio della Cassazione, quindi, tali atti potrebbero essere illegittimi ove nella motivazione non siano riportati in stralcio elementi salienti ovvero non vi siano allegati al provvedimento. Il principio è rilevante perché non di rado l’Amministrazione usa indagini di mercato ma senza renderle disponibili. Per tali ragioni, la Suprema Corte ha annullato l’avviso di accertamento, ossia perché ritenuto carente di motivazione.
Questo principio della Suprema Corte fa emergere l’importanza che oggi gli Enti locali necessitano, per garantire maggiori performance, efficienza e trasparenza ai cittadini e correttezza nella attività di segnalazioni qualificate alla Agenzia delle Entrate e nell’attività di recupero evasione tributaria, di sistemi collaudati ad alto contenuto ingegneristico sia nell’organizzazione interna sia nella gestione dei dati.
E’ fondamentale disporre di dati affidabili e coerenti sui quali poter fare analisi e calcolare l’esatto dovuto fiscale di ciascun contribuente. Lo stato attuale negli Enti Locali nell’analisi generale delle entrate locali è spesso privo di un modello organizzativo dati che permetta un controllo preventivo e che dia una rappresentazione reale e omnicomprensiva di ogni oggetto/soggetto presente sul territorio.
E’ indispensabile per gli Enti locali, oggi per vincere le sfide ed eliminare le criticità dotarsi di modelli organizzativi interni efficienti che gli permettano di risparmiare lavoro, tempo e risorse; inoltre, l’organizzazione oggi è necessaria per rispondere appieno agli obblighi di legge ed ai bisogni del cittadino in un mutato scenario socio-economico nel quale le tecnologie della comunicazione e dell’informazione dettano tempi brevi e risposte certe.
E’ essenziale, anche al cospetto dell’ordinanza della Suprema Corte, per gli Enti Locali realizzare una loro “Banca Dati Unica Imponibile” per raccogliere tutte le informazioni necessarie per informare il contribuente, fornendogli tutti gli strumenti per il confronto interattivo e la semplificazione degli adempimenti e, nell’ambito della gestione ordinaria, verificare che l’esatto dovuto sia stato versato.
Giancarlo Zeccherini
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