CITTADINANZA DIGITALE : luce e ombre sulla revisione del C.A.D.
Il decreto attuativo , licenziato definitivamente dal governo la settimana scorsa, di revisione e aggiornamento del Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD) in attuazione della riforma Madia,ha declinato il concetto di “Cittadinanza Digitale”che è socialmente e tecnologicamente avanzato. Cittadinanza digitale significa che cittadini e impresa devono avere il diritto di accedere con semplicità ai servizi online della PA , innescando in tal modo un circolo virtuoso che eviti agli utenti le defatiganti file agli sportelli ,agli ufficio o al telefono per prenotare una visita medica, consenta di risparmiare tempo e soldi.
Non si parte da zero già due elementi fondamentali del diritto alla cittadinanza digitale sono operativi,anche se ai primi passi ,mi riferisco al Sistema Pubblico di Identità Digitale (Spid ) che consente di accedere ai servizi della PA con un pin unico e dell’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente ( Anpr ) di cui è partita la sperimentazione in una ventina di comuni e che ora come ribadisce il decreto l’Anpr su tutti i comuni dovrà raggiungere la piena operatività entro il 2018. La volontà che la cittadinanza digitale sia un vero e proprio diritto , lo dimostrano gli strumenti di tutela : come le amministrazioni devono istituire “il difensore civico ad hoc” al quale i cittadini possono inviare segnalazioni e reclami sui disservizi e la possibilità per gli utenti di far valere le loro ragioni anche mediante la class action.
L’opportunità vuole che oltre alle positività bisogna segnalare anche le ombre contenute nel decreto legislativo,una di queste è lo slittamento dell’ addio definitivo dell’uso della carta da parte della PA che sarebbe dovuto entrare in vigore il 12 di agosto di quest’anno .Un rinvio con una tempistica definita perché dall’entrata in vigore del dlgs il Ministero della Funzione Pubblica ha quattro mesi di tempo per approvare il decreto ministeriale con le nuove istruzioni tecniche. Anche se,come spesso accade,si tratta di termini ordinatori che la PA può rispettare con una certa flessibilità , ma chi lo vorrà potrà adeguarsi prima ,quindi questo non deve rappresentare un freno per non dare avvio alla dematerializzazione dei provvedimenti amministrativi.
Riteniamo che le buone intenzioni e le positività contenute nel recente decreto perché si trasformino in realtà concrete sia indispensabile una forte e autonoma attività degli Enti Locali in particolare su due versanti :
– una massiccia opera di promozione ed informazione nei confronti dei propri cittadini e nelle scuole , dei nuovi strumenti e delle loro potenzialità contenuti nel decreto;
– istituire, come prevede dal decreto , da parte degli Enti Locali “ l’Ufficio per il Digitale o Centro Dati Comunali “ un ufficio che raccoglie e distribuisce informazioni certe secondo un modello ingegneristico collaudato generando indubbi vantaggi in termini di efficienza e riduzione di costi a tutti gli Uffici Comunali , ai Cittadini e ai Professionisti che avranno la possibilità d’interloquire, attraverso il “Portale per il Cittadino”, con l’Amministrazione per acquisire le informazioni loro riguardanti ed intervenire in modalità interattiva per validare o correggere le informazioni contenute nella banca dati stessa.
Oggi gli Enti Locali hanno la necessità al fine di garantire maggiori performance, efficienza e trasparenza ai cittadini di sistemi collaudati ad alto contenuto ingegneristico sia nell’organizzazione interna sia nella gestione dei dati.
Gli Enti Locali per vincere le sfide ed eliminare le criticità devono dotarsi di modelli organizzativi interni efficienti che gli permettano di risparmiare lavoro, tempo e risorse; inoltre, l’organizzazione oggi è necessaria per rispondere appieno agli obblighi di legge ed ai bisogni del cittadino in un mutato scenario socio-economico nel quale le tecnologie della comunicazione e dell’informazione dettano tempi brevi e risposte certe.
Questa grande rivoluzione innovativa rappresenta dal concetto di “Cittadinanza Digitale “cioè la reale possibilità di trasformare e cambiare il rapporto tra cittadino e pubblica amministrazione può essere raggiunto da un insistente e reale volontà degli Enti Locali di sposare il digitale , in modo da rendere il cittadino ,che tutti i giorni ha il rapporto diretto con il proprio comune ,consapevole delle nuove opportunità offerte dalle tecnologie digitali.
Giancarlo Zeccherini
![]() |