Riforma del catasto: si riparte?
Riforma del catasto, si riparte: l’importante processo di riordino della materia torna all’interno del nuovo piano nazionale delle riforme (Pnr) che accompagnerà il Documento di economia e finanza previsto per il prossimo 10 aprile.
È più di un’idea quella che sarebbe maturata nelle ultime settimane tra i tecnici del Ministero dell’economia: recuperare i principi della legge delega approvata ormai due anni fa all’unanimità dal Parlamento e portare alle Camere lo schema di decreto attuativo messo a punto e poi bloccato all’ultimo momento dal Governo.
La riattivazione della riforma del Catasto trova giustificazione nelle ultime raccomandazioni formulate all’Italia dalla Commissione europea dopo la pubblicazione delle previsioni macroeconomiche invernali. Bruxelles ha sottolineato, infatti, che in Italia sono stati compiuti progressi limitati sia nel ridurre le spese mediante imposte (tax expenditures) sia nel completare la riforma del catasto. Per tali ragioni la Commissione dell’Unione europea richiede che vengano attuati provvedimenti entro breve tempo.
E’ noto come il patrimonio individuale degli italiani sia ben più elevato di quello di tanti concittadini europei e su questo l’Europa è più volte intervenuta. La riforma in realtà era stata messa a punto e definita in quasi tutti i suoi dettagli, tanto che il Governo Renzi nel Giugno 2015 era pronto a inviarla alle Camere per i relativi pareri. Tuttavia, a fermare l’Esecutivo furono i dubbi e le non adeguate garanzie di invarianza di gettito, aprendo all’opposto uno scenario di ulteriori aumenti di tassazione sugli immobili.
Il rischio è che possano mutare ancora le tasse sugli immobili col nuovo catasto. Dopo la crescita della tassazione sugli immobili, che ha provocato il crollo del valore immobiliare anche del 30 per cento in pochi anni (bruciando oltre mille miliardi di euro), ora il nuovo catasto, che rientra nel piano nazionale delle riforme, potrebbe arrivare con il “Documento di Economia e Finanza” che verrà presentato entro il 10 aprile.
Le associazioni di categoria temono in primo luogo che detta riforma possa avere la conseguenza di gravare ulteriormente il settore di una tassazione che negli ultimi 5 anni è quasi triplicata, soprattutto per i proprietari di seconde case. Con l’introduzione dell’IMU ha esasperato l’iniquità delle rendite catastali. Studi di settore dimostrano che utilizzare le case degli italiani come bancomat è un’azione priva di giudizio e di senno in quanto determina danni incalcolabili all’intero comparto economico: oltre alla caduta del valore commerciale e al crollo dei consumi, si determina un generale impoverimento, la desertificazione delle attività edili, la chiusura di imprese con la conseguente perdita di posti di lavoro. Fare cassa per l’erario, insomma, avrà ricadute pesanti sull’intero Paese.
Il “Piano nazionale delle riforme” comprende anche la riforma dell’Agenzie delle Entrate e la nomina del suo direttore generale. L’Esecutivo conferma che sarà una riforma che tenga conto delle indicazioni del fondo monetario internazionale e dell’OCSE. Un’Agenzia delle Entrate che abbia una funzione forte sull’accertamento e il confronto preventivo, l’augurio che tutto questo non porti ad un ulteriore slittamento della riforma del catasto indispensabile per ottenere una equa politica fiscale.
Giancarlo Zeccherini
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