L’organizzazione dei dati per evitare il dissesto di bilancio
Il tema degli Enti locali “in crisi” (deficitari, pre-dissestati e dissestati) è da molti anni oggetto di analisi e recentemente la questione è, purtroppo, tornata ad assumere rilevanza in ragione del fatto che un numero crescente di Comuni, anche di grandi dimensioni, presenta nei propri bilanci fattori di squilibrio tali da mettere a rischio la certezza di assicurare l’assolvimento delle funzioni e garantire i servizi indispensabili o far fronte ad obbligazioni passive liquide ed esigibili con i mezzi ordinari previsti dall’ordinamento.
Lo dimostra anche l’ultima analisi fatta dalla Fondazione Commercialisti, insieme con il consiglio nazionale dello stesso Ordine, sullo Stato di Crisi degli Enti Locali. Le conseguenze della dichiarazione di dissesto si vedono su più fronti:
- Verso i cittadini, perché l’Ente può rialzare le tasse locali,
- Verso le imprese visto il dissesto ostacola l’ordinata estinzione dei debiti e dunque la salute economica dei fornitori,
- Infine l’impatto politico il dissesto comporta il commissariamento dell’Ente e dunque il funzionamento democratico.
L’analisi individua i punti deboli su cui intervenire e suggerisce di introdurre un rating di salute finanziaria. A tal proposito il prof. Emanuele Padovani, associato di gestione e contabilità della Pubblica Amministrazione all’Università di Bologna, membro del Center for Local Government Finance and Policy della Michigan State University; ha elaborato l’indice utilizzato da Bureau van Dijk per misurare il rating delle amministrazioni comunali dell’Emilia Romagna, dove tra investimenti e fatture commerciali i municipi della Regione creano un buco di quasi 4 miliardi. I dati sono estratti dalla banca dati AIDA Pa, della società di informazioni economiche Bureau van Dijk che usa i dati del ministero dell’Interno.
In una scala va da A ad E, il rating delle città più importanti resta sempre compreso tra C1 e C3, non in una posizione di eccellenza ma nemmeno di difficoltà. Diversa la situazione se si amplia lo sguardo ai Comuni della Provincia. Tra i promossi a pieni voti c’è il comune di Gatteo che approfitta di un debito commerciale che vale il 9% delle spese e raggiunge un rating A. Questo sta a dimostrare che un buon bilancio passa da una struttura solida che si occupi delle entrate e una sua organizzazione. Infatti il Comune di Gatteo da diversi anni nella sua organizzazione ha adottato il modello COD.Com “Fiscalità Locale Partecipata, la sua modalità è la costruzione della banca dati COD.Com unificata delle informazioni necessaria al Comune per il suo efficace funzionamento. Queste informazioni si trovano sia all’interno dei vari uffici Comunali che presso Enti esterni, Multiutility, Cittadini, CAF, Professionisti.
Tutti i soggetti qualificati partecipanti al COD.Com, in base alla loro funzione e competenza, rispettando le regole del “modello organizzativo”, sono in grado di certificare l’affidabilità dell’informazione fornita e acquisita. Questo ha portato negli ultimi anni ad un miglioramento significativo dei servizi forniti ai cittadini dal Comune. L’attivazione di questo progetto si caratterizza su tre direttrici:
Efficacia, l’attivazione del progetto COD.Com ha permesso al Comune di Gatteo di raggiungere gli obiettivi di previsione in termini di entrate tributarie derivanti dalla riscossione ordinaria e coattiva. Le informazioni organizzate ed esatte oltre che utilizzate nell’intera filiera dei tributi locali sono state elaborate anche secondo le esigenze dei dirigenti e messe a loro disposizione per potere programmare il prelievo territoriale;
Affidabilità, il modello per le sue eccellenti capacità d’ingegnerizzazione dei dati fiscali ottimizzati è stato attestato ed è operativo in oltre seicento Enti Locali;
Trasparenza, è uno degli aspetti identificativi che contraddistinguono il modello COD.Com, attraverso l’organizzazione “Fiscalità Locale Partecipata” i cittadini, i professionisti delegati, i CAAF, oltre al vantaggio di potere usufruire di procedure semplificate, sono riusciti ad essere coinvolti in modo attivo e trasparente.
L’intera attività tributaria, grazie alle tecnologie di compartecipazione ha innestato un processo di fiscalità equa e trasparente che ha permesso di abbandonare una fiscalità “repressiva” per attivare un rapporto di fiducia nei confronti del cittadino e attivare un percorso di prevenzione all’evasione fiscale. Infine è attestato che con questo modello il Comune riesce a non dover rinunciare al contenimento della erogazione dei servizi e in alcuni settori addirittura aumentare la spesa con una continuità di non aumentare le tariffe ed i tributi. Una soluzione di questo tipo avrebbe il pregio di avere una gestione sana e corretta gestione della politica fiscale e contabile del proprio Ente.
Dott. Giancarlo Zeccherini
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