TARI: la tariffa diversificata nelle città

Il sole 24 ore nei giorni scorsi ha pubblicato uno studio di REF Ricerche, dove viene analizzato l’andamento della TARI per metro quadrato nei 76 capoluoghi di provincia con oltre i 50.000 abitanti in riferimento a 4 attività:

  1. Albergo
  2. Parrucchiere
  3. Negozio di ortofrutta
  4. Supermercato.

Inoltre sono state valutate le caratteristiche e la qualità del servizio, la quota percentuale di raccolta differenziata, a completezza della Carta dei servizi. Dallo studio si possono segnalare 2 considerazioni: la prima conferma che la TARI è sempre più svincolata dalla qualità del servizio fornito, vi sono realtà a bassa spesa e buona qualità del servizio con altri contesti dove è elevato la tariffa e la qualità mediocre. Seconda considerazione è la conferma che vi è una continua altalena della tariffa applicata al servizio dei rifiuti generata da un errato calcolo della tariffa ripetuto negli anni a causa della mancanza da parte dei comuni di una corretta e certezza del dato.

Questa differenziazione tariffaria molto spesso è dettata da una inabilità dei Comuni di applicare la normativa di settore, in particolare con dal 2013 con l’entrata in vigore della TARI e TARES, che avrebbe garantito aumenti più contenuti per alcune categorie e ad altre una minore tariffa. I Comuni hanno fatto scelte di un aumenti generalizzati più contenuti a discapito del servizio e di una tariffa più equa. A fronte di questo stato di cose è fondamentale che i Comuni adottino una banca dati integrata perché i dati presi singolarmente non sono utili, l’aggregazione dei dati è l’aspetto più importante di un sistema di gestione del dato.

Oggi potremmo dire che in ambito comunale si dispone di una quantità considerevole di dati ma questi non sono organizzati secondo un modello funzionale che integra dinamicamente le informazioni delle aree funzionali dell’Ente. È necessario per essere efficaci, applicare l’intelligenza nella aggregazione e nella organizzazione del patrimonio informativo già esistente e statico nei vari database comunali. Data base spesso incompleti, con dati ridondanti e doppi che ripetono informazioni in vari archivi dimenticando di appartenere ad un unico Ente.

I Comuni si devono riappropriare del principio dell’unicità dell’Amministrazione in quanto essi rappresentano un Ente unico composto da vari settori ed uffici, ciò deve essere vero anche dal punto di vista del collegamento ed organizzazione dei dati in possesso del Comune.

Questa organizzazione del dato consentirà di avere una tariffa più corretta ed equa nella distribuzione dei costi; essendo la TARI un servizio a pareggio tra costi/spese il cittadino, il commerciante, l’artigiano o l’imprenditore che non paga correttamente il costo del servizio di cui usufruisce, lo fa ricadere sugli altri contribuenti e l’amministrazione non è garante di una tariffa del servizio equa.

Dott. Giancarlo Zeccherini

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