TARI: i rifiuti diminuiscono, ma la tassa cresce
In questi giorni i principali quotidiani italiani hanno richiamato l’iniziativa di Confcommercio che ha attivato un portale web www.osservatoriotasselocali.it al fine di monitorare la tassazione locale ed in particolare la tassa sui rifiuti. Dallo studio di Confcommercio emerge che la TARI, tassa sui rifiuti pagata da cittadini e imprese è sempre più alta e in continua crescita, nel 2017 è arrivata complessivamente a 9,3 miliardi di euro con un incremento di circa il 70% negli ultimi 7 anni nonostante una significativa riduzione nella produzione dei rifiuti.
Lo studio ha evidenziato come costi eccessivi e ingiustificati per cittadini ed imprese derivino, in particolare da inefficienze ed eccesso di discrezionalità di molti comuni, da una distorta applicazione dei regolamenti e dal continuo ricorso a coefficienti tariffari massimi. La TARI è una tassa normata in maniera molto complessa che se male interpretata o applicata può determinare effetti distorsivi nella gestione delle aziende e sulle famiglie che pagano la quota riferita alle utenze domestiche.
Una particolare attenzione si deve riservare al presupposto normativo della tassa che contrariamente a quanto si può pensare, non è il principio “chi inquina paga” ma è individuato nella suscettibilità di produrre rifiuti nei locali o aree occupate, ovvero a disposizione, dei soggetti passivi. Questo significa che si ha una sorta di presunzione legale sulla produzione dei rifiuti urbani mentre, tale presunzione diventa concreta e reale quando si tratta di individuare quali sono le aree da sottrarsi a tassazione in quanto, su tali superfici, si ha la produzione dei rifiuti speciali che, per legge, sono smaltiti a cure e spese di chi li produce. Una tassazione basata sul principio di “chi inquina paga” è presente in alcuni Comuni che hanno introdotto la tariffa puntuale.
La Tariffa Puntuale è un sistema di calcolo della TARI legato alla reale produzione di rifiuti, che non si basa più solo sul metodo presuntivo e sul criterio dei metri quadrati dell’immobile, ma anche su quanti rifiuti sono prodotti e differenziati. L’utente paga per quanto rifiuto indifferenziato produce quindi meno rifiuti indifferenziati produce, meno spende.
La Legge regionale n.16/2015 all’art. 5 individua i criteri per l’applicazione della tariffa puntuale mediante la seguente modalità
a ) individuazione del singolo utente costituito da Famiglia o Impresa;
una parte fissa della tariffa:
– individuazione di un gruppo limitato di utenti per le utenze domestiche commisurato alle dimensioni dell’edificio abitativo;
– la misurazione del rifiuto può avvenire mediante contenitori a volumetria; mediante conteggi dei ritiri; misurazione del volume del rifiuto;
una parte variabile della tariffa:
– Misurazione del peso tramite pesatura;
Inoltre è stato pubblicato (in Gazz. Uff. n. 117 del 22 maggio 2017) il D.M. 20 aprile 2017 emanato dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare (di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze) recante i «Criteri per la realizzazione da parte dei comuni di sistemi di misurazione puntuale della quantità di rifiuti conferiti al servizio pubblico o di sistemi di gestione caratterizzati dall’utilizzo di correttivi ai criteri di ripartizione del costo del servizio, finalizzati ad attuare un effettivo modello di tariffa commisurata al servizio reso a copertura integrale dei costi relativi al servizio di gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti assimilati».
Si possono però trarre delle primissime, importanti, osservazioni:
1) l’art. 2 del D.M. richiama la definizione di utenza e nel successivo art. 3 stabilisce come deve essere identificato le utenze e il trattamento dei dati, attraverso l’utilizzo di infrastrutture informatiche
2) le potestà regolamentare e di tariffazione restano saldamente in mano al singolo Comune (Art.li 6, 8, 10 del DM), che dovrà adeguare il proprio regolamento entro 24 mesi dall’entrata in vigore del D.M.
Continuando la lettura dello studio di Confcommercio emergono dati che evidenziano Comuni meno virtuosi e Comuni più virtuosi nella gestione dei rifiuti; tra i più virtuosi troviamo il Comune di Cesena il quale ha adottato un sistema organizzativo che permette di fornire informazioni certe in merito agli immobili riferiti ad un unico specifico soggetto, con una gestione dinamica ed integrata dei dati Indispensabile per essere efficaci, applicarne l’intelligenza nella aggregazione e nella organizzazione del patrimonio informativo già esistente e statico nei vari database comunali. Si può affermare che la revisione del sistema della tassazione sui rifiuti che rispetti il principio europeo “chi inquina paga” è già normato e avviata in alcune realtà territoriali, ma occorre che l’Ente adotti un sistema organizzativo efficiente per eludere i maggiori costi di gestione della raccolta che il sistema della tariffa puntuale richiede. Inoltre i Comuni sono chiamati ad adempiere la revisione dei propri regolamenti al fine di costruire un rapporto di maggiore condivisione e collaborazione con l’impresa ed il cittadino indispensabile per una valutazione più veritiera sulle caratteristiche e modalità della lavorazione e della produzione del rifiuto con un obiettivo di avere una tassazione sempre più equa.
Giancarlo Zeccherini
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